Domenica, 23 Febbraio 2014 22:01

Mandela, un esempio di vita

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Mandela: un esempio di vita
Il 2013 è stato un anno ricco di avvenimenti: l'arrivo di papa Francesco che succede a Ratzinger il quale si dimette, un violento tornado colpisce lo stato dell'Oklahoma negli Stati Uniti, l'Assemblea Nazionale francese approva i matrimoni e le adozioni per le coppie gay, in Egitto il presidente Morsi viene destituito e la Costituzione sospesa, nasce il Royal Baby...
Il 2013 è stato anche l'anno che ha visto la morte di un icona di pace e di una personalità che ha cambiato il modo di pensare di milioni di persone. Eh già, il 5 dicembre il Sudafrica piange "il padre" e l'intero mondo piange Mandela.
Il nostro istituto ha voluto rendere omaggio a questo simbolo del ventesimo secolo proiettando nella mattina dell'ultima assemblea del 2013 il film autobiografico di Mandela "Invictus", che consiglio di vedere a chi non l'avesse ancora visto .
Oltre a regalarci tanti pensieri e parole "Madiba" ci ha lasciato un vero e proprio esempio da seguire.
Frequentava l'Università quando emerse la sua forza di volontà e la sua indignazione per l'ingiustizia: fu espulso dall'università nel 1940 per aver guidato una manifestazione studentesca insieme a Oliver Tambo. Era già chiaro che nessuno era in grado di dire a questo giovane come doveva comportarsi.
Tornando al suo villaggio, scoprì che il suo capotribù aveva deciso che era giunto per lui il tempo di sposare una ragazza del suo rango e che era già stata pagata la dote. Nelson Mandela non accettò questo matrimonio combinato e quindi scappò a Johannesburg (la città dove è morto).
A 22 anni trovò lavoro come guardiano alle Miniere della Corona di Johannesburg dove verificò rapidamente la realtà della miseria opprimente e dello sfruttamento disumano dei suoi compagni lavoratori.
La politica cominciò a giocare un ruolo molto significativo nella sua vita. Mosso dall'umiliazione e dalle sofferenze della sue gente, e offeso dalle leggi sempre più ingiuste e intollerabili, nel 1944, Madiba insieme ad altri costituì la Lega Giovanile dell'ANC (African National Congress), e in pochi anni ne divenne presidente.
Con ambizione e determinazione, completò i suoi studi di legge all'Università del Witwatersrand, e con Tambo avviò il primo studio legale per i neri. Così cominciò la pericolosa e appassionata vita totalmente dedicata alla lotta contro i mali dell'apartheid.
Mandela si dedicò anima e corpo a condurre una campagna non violenta di disobbedienza civile, aiutando ad organizzare scioperi, marce di protesta e manifestazioni, incoraggiando la gente a rifiutarsi di obbedire alle leggi discriminatorie. Ma dopo il processo del 1958, di fronte alle crescenti repressioni e la messa a bando dell'ANC0, la lotta armata diventò l'unica soluzione. Fu così che Mandela sacrificò la sua vita privata e la sua pratica legale e si dedicò all'insurrezione armata. Nel 1962 fu arrestato di nuovo per alto tradimento e fu condannato a cinque anni di carcere. Li scontò sapendo di non essere colpevole di alcun crimine: era divenuto un criminale per la legge, non per ciò che aveva fatto ma per quello in cui credeva. Mentre scontava la condanna, fu di nuovo accusato di sabotaggio al processo di Rivonia. La sua eloquente e appassionante arringa, durata 4 ore, finì con le famose parole: "Ho nutrito l'ideale di una società libera e democratica, in cui tutte le persone vivono insieme in armonia... Questo è un ideale per cui vivo e che spero di realizzare. Ma se è necessario, è un'ideale per il quale sono pronto a morire".
Nel 1964 Nelson Mandela fu giudicato colpevole di sabotaggio e alto tradimento e fu condannato con i suoi compagni all' ergastolo.
All'età di 46 anni, entrò per la prima volta nella piccola, angusta cella nella Sezione B, che sarebbe stata la sua casa per molti anni. C'erano una piccola finestra con le sbarre e una porta spessa di legno coperta da una inferriata di metallo. La cella era così piccola che il prigioniero poteva percorrerne la lunghezza in tre passi, e quando si coricava non aveva spazio per distendersi completamente.
La vita in carcere era tremendamente dura. Infatti i carcerati erano sottoposti a lavori forzati come spaccare con grandi mazze carichi di pietre per trasformarle in ghiaia o lavorare come schiavi nel calore della vicina cava di calcare. Non era consentito parlare. Madiba cominciò così una nuova e diversa battaglia, quella per migliorare le condizioni di prigionia, terribilmente ingiuste e disumane. A metà degli anni '80 la crescente condanna internazionale portò a colloqui segreti tra il governo e Mandela e finalmente, l'11 Febbraio 1990, egli fu liberato. Nonostante 27 anni lunghi e bui di privazioni e di prigionia repressiva, pur avendo assistito a casi estremi di crudeltà, dolore, sofferenza e disperazione, uscì nobilitato, indomito e ostinato, rafforzato nella sua volontà di combattere sempre di più contro l'apartheid. Era davvero come se egli avesse passato questi anni di prigione conservando con cura le sue energie, che gli sarebbero servite per sorridere nei turbini di flash dei fotografi, per fare nuove strategie con l'ANC, per negoziare con i politici intransigenti, per socializzare con le personalità pubbliche, e per dare a ciascuno dei suoi numerosi sostenitori un pezzettino di Nelson Mandela. Così tornava nel trambusto della politica mondiale.
Nel 1990 l'ANC sospese la lotta armata dopo circa 30 anni, e l'anno successivo Mandela ne diventò presidente, e si unì al governo e agli altri partiti politici nei negoziati per il futuro del Sudafrica post-apartheid. Cercò la riconciliazione con il Presidente F.W. De Klerk, e insieme a lui nel 1993 ricevette il Premio Nobel per la Pace per il comune impegno nella promozione di un Sudafrica democratico. Un governo provvisorio di unità nazionale, una costituzione democratica, una frenetica campagna per le elezioni presidenziali, la vittoria dell'ANC alle prime elezioni interraziali del paese e, nel Maggio 1994, l'elezione di Nelson Mandela a Presidente.
Mandela si preoccupava della costruzione della Nazione e faceva ogni sforzo possibile per fugare le paure delle minoranze in Sudafrica. Era l'inizio del suo nuovo ruolo di negoziatore e intermediario per la pace e la riconciliazione. Durante quegli anni lunghi e solitari, il suo desiderio di libertà per il suo popolo è divenuto desiderio di libertà per tutti, neri e bianchi. Grazie a questo impegno, la nuova costituzione sudafricana bandisce la discriminazione nei confronti di tutte le minoranze. Nelson Mandela si è ritirato ufficialmente dalla vita pubblica nel 1999, ma non ha mai interrotto la sua misericordiosa azione umanitaria, portando la sua instancabile battaglia per la pace e la comprensione umana oltre i confini del Sudafrica.
Vi lascio con l'ultimo verso della poesia del poeta inglese William Ernest Henleye che viene recitata nel film Invictus:
Non importa quanto stretta sia la porta,
Quanto carica di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino;
Io sono il capitano della mia anima.

Marsjola Gjereji

Letto 3305 volte Ultima modifica il Mercoledì, 23 Luglio 2014 12:26
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