Sabato, 11 Gennaio 2014 10:27

Testimonianza di Valentina Zampol

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La mia esperienza al liceo

Due chiacchiere di una studentessa nostalgica

Sono passati tre anni da quando, diploma alla mano, ho varcato per l’ultima volta (ufficialmente parlando) la soglia del liceo e già allora sapevo che mi sarei guardata indietro con nostalgia. Ho un bellissimo ricordo degli anni che vi ho trascorso e mi piace pensare di aver lasciato, nel mio piccolo, qualche traccia del mio passaggio: un contributo per l’annuario, un paio di articoli per il bollettino sportivo e, soprattutto, un buon ricordo per compagni e insegnanti.


Ritengo che, per far funzionare al meglio un rapporto di collaborazione, sia essenziale che sussista uno scambio reciproco: di idee, di insegnamenti, di riconoscimenti. Io sono convinta di aver trovato questo scambio all’interno del liceo: il percorso è stato senza dubbio impegnativo, a volte faticoso, ma mi ha restituito moltissimo, non solo come voti e attestati, ma come abilità.
Per prima cosa, permettendomi di sperimentare numerosi e diversissimi ambiti disciplinari. Alla conclusione delle scuole medie non sapevo ancora come orientarmi e il programma offerto dal liceo (specialmente, per quanto mi riguarda, dall’indirizzo scientifico, particolarmente ben bilanciato tra materie scientifiche e umanistiche) mi è apparso subito una scelta conveniente. Ora sperimento la validità di questa decisione tutti i giorni poiché, dopo essermi diplomata all’indirizzo scientifico, ho proseguito gli studi alla facoltà di Lettere e Filosofia di Trento, dove mi sto per laureare in Lettere Moderne. Potrebbe sembrare un cambio di rotta molto impegnativo, per cui si rischia di dover affrontare lacune nelle conoscenze o difficoltà ad adeguarsi a un diverso metodo di studio: con piacere invece ho potuto constatare che non solo la mia preparazione in italiano e latino era più che adeguata per fondarvi una trattazione più approfondita ma che ero anche già ben allenata a variare all’occorrenza il tipo di approccio allo studio (e sono tornate utili sia le esposizioni di storia e filosofia, sia le minuziose analisi del testo di letteratura o latino, sia – e non meno delle altre cose – lo studio di funzioni. Risultati: capacità di sintesi e deduzione, sviluppo dell’attenzione, precisione).
Un’abitudine vantaggiosamente sviluppata al liceo è anche quella non solo a studiare bene ma a studiare tanto (cosa meno incentivante da dire, forse, ma è la verità): per me sono stati impegnativi soprattutto i primi due anni, ma mi è sempre piaciuto studiare e la varietà delle materie me lo ha reso meno pesante. Sicuramente, se alle superiori me la fossi cavata con carichi molto più leggeri, ora sarebbe ben più difficile e faticoso preparare interi libri per un unico esame.
Ma il liceo non mi ha aiutata solo a farmi i muscoli (mentali e non) in attesa di tomi da 400 pagine! Le opportunità “pratiche” che mi sono state offerte sono molte. Grande importanza (tutta meritata) è stata data alle lingue straniere: grazie alla passione e all’attenzione delle mie insegnanti ho conseguito tre certificazioni di inglese (fino al livello C1) e una di tedesco (B2), sempre ottime referenze per un futuro impiego e, perché no, per alleggerire la carriera universitaria sostituendo l’esame di lingua. Stesso discorso vale per la certificazione ECDL, che purtroppo non avevo anticipato.
Durante l’estate del quarto anno ho aderito anche al progetto stage, collaborando per due settimane con il Museo della Guerra ad un’indagine sui caduti trentini nella prima guerra mondiale. E’ stata un’esperienza breve ma mi ha permesso di avere un primo, fondamentale assaggio di un vero ambiente di lavoro, con la sua organizzazione gerarchica, i suoi orari e le sue responsabilità. Curiosamente, mi è stato utile più di quanto immaginassi perché il mio incarico, che consisteva generalmente nella raccolta, gestione e inserimento di dati in computer, è quasi lo stesso che ho ora nella libreria antiquaria in cui lavoro da un anno come catalogatrice.
L’ultimo anno è stato il più intenso, con la frenesia dovuta all’avvicinarsi dell’esame di maturità unita a una nuova avventura come rappresentante di classe. Ho raggiunto la conclusione del percorso con una serie di importanti esperienze alle spalle - non ultime le gite e la settimana linguistica in Inghilterra - che mi hanno davvero aiutato a crescere. L’importante è saperle sfruttare nel modo giusto.
Il consiglio che mi sento di dare a chi pensa di iscriversi al liceo, dunque, è lo stesso che ritengo appropriato per ogni altra circostanza ci coinvolga: è importante che affrontiate l’esperienza scolastica con serenità, evitando di fare dello studio l’unica e sola occupazione quotidiana (e lasciando quindi spazio ad attività altrettanto importanti – sport, musica, ecc. – e alle relazioni), ma non sottovalutate la dedizione richiesta: per ottenere dei risultati è essenziale impegnarsi, senza lasciarsi scoraggiare dagli insuccessi. Magari talvolta i benefici del vostro lavoro non saranno immediatamente visibili: considerate allora di stare facendo un utile investimento per il futuro. E la consapevolezza di aver dato il massimo è già un’ottima, appagante partenza.

Valentina

(5BNS – anno scolastico 2008-2009)

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