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Venerdì, 23 Maggio 2014 15:37

Il tiro a segno al poligono di Rovereto

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Il tiro a segno è uno sport di antichissime tradizioni che si articola in numerose specialità, delle quali undici sono olimpiche. Le gare si differenziano tra loro per armi utilizzate, posizione di sparo, distanza e dimensioni del bersaglio.
Il tiro a segno è una disciplina classificata tra le attività di destrezza e di alto contenuto tecnico per la richiesta di atti motori esatti e precisi prodotti dalla prevalente partecipazione degli organi e apparati neurosensoriali ma assicurati dal lavoro muscolare. L'attività di tiro deve essere condotta sulle due componenti: motoria e tecnica, entrambe indispensabili.
La sezione di Rovereto del Tiro a Segno Nazionale è un'associazione sportiva dilettantistica che fa parte dell'unione italiana tiro a segno ed è stata rifondata nel 1961 dopo lo scioglimento avvenuto nell'immediato dopoguerra, ma le sue origini e tradizioni risalgono a 160 anni fa; nel secolo scorso erano infatti operanti nella cittadina, a quel tempo terra Asburgica, delle Società Private di Tiro al Bersaglio da cui discende direttamente l'attuale Sezione. Negli ultimi trent'anni molto è stato fatto per creare quelle infrastrutture necessarie allo svolgimento dell'attività sportiva di tiro. Attualmente la Sezione roveretana è al primo posto in Provincia di Trento sia come numero di iscritti, oltre 1500, sia come capacità degli stand di tiro. La sezione di Rovereto vanta 5 impianti: poligono 10 metri, poligono 25 metri, poligono 50 metri, poligono 200 metri e SIAT (un sistema interattivo di addestramento al tiro).

tiro a segno 1


Vista la possibilità di usufruire di una struttura di questa portata e di poter dunque approfondire una disciplina sportiva antichissima e molto formativa, il "Liceo A. Rosmini" di Rovereto ha giustamente colto l'occasione per organizzare un breve corso al fine di conoscere questo sport e questa grande associazione presente sul nostro territorio.
Ci è stato permesso così di sperimentare uno sport nuovo ed interessante dove non conta solo la mira ma anche la concentrazione, la postura, il respiro e il tempismo. Abbiamo trascorso 3 pomeriggi imparando le basi del tiro a segno con armi ad aria compressa, sia carabina che pistola, provando direttamente a sparare e conoscendo le opportunità proposte dalla struttura di Rovereto. Il tutto naturalmente si è sempre svolto nel massimo della sicurezza e con tutte le regole per essa necessarie e che si mettono in pratica ogniqualvolta si decida di prendere in mano un'arma, se pur ad aria compressa. Inoltre, nell'ultimo incontro, ci siamo cimentati in una piccola gara organizzata tra di noi per migliorare le nostre abilità e magari imparare qualcosa di nuovo senza però tralasciare quello spirito di competitività che ci permette di sfidarci e di divertirci nelle giuste misure.

Alessandro Bisoffi
Giacomo Galvagni
Davide Tomio

Martedì, 13 Maggio 2014 00:00

Noi studenti fra scienza e stupore

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Il liceo Rosmini al premio letterario Galileo di Padova

 

2014-05-09 10.46.24Siamo sul treno di ritorno da Padova, noi quattro della delegazione della II B classico, in questo venerdì 9 maggio da segnare sul calendario. Chiacchieriamo sommessamente, assonati, ma ancora in trepidazione per la giornata appena passata. Abbiamo da poco lasciato il centro culturale Altinate San Gaetano di Padova dove è stato decretato il vincitore del premio letterario per la divulgazione scientifica Galileo. Assieme a noi, alla premiazione, tappa finale di un percorso scolastico alternativo, iniziato circa due mesi fa, c’erano oltre settecento studenti delle scuole di tutta Italia, in rappresentanza delle novantotto classi della giuria popolare. Negli zaini abbiamo ancora i cinque libri finalisti in concorso. Riportiamo al liceo la copia autografata del saggio vincitore, Il bonobo e l’ateo di Frans de Waal, e gli appunti di lettura, annotati sui post-it che in classe abbiamo raccolto il giorno prima della partenza. Saranno contenti, i nostri compagni di classe, quando domani sveleremo loro il vincitore del premio, scelto fra le cinque opere migliori: I robot ci guardano, Alchimie nell’arte, Terra e L’ordine del mondo. Potremo raccontare la fine di questo progetto, iniziato assieme fra i banchi di scuola e conclusosi oggi, fra i vicoli vivaci di questa Padova tutta da scoprire. Perché, dopo il duro lavoro di analisi delle opere della cinquina finalista, che ci hanno dato non poco da fare ci è stato assicurato un biglietto di ingresso sicuro alla cultura del sapere di Padova: abbiamo varcato la soglia, apparentemente intoccabile, del mondo scientifico, abbiamo ammirato, con curiosità e con una buona dose di stupore, la cattedra di Galileo ed il teatro anatomico all’università di medicina, per perderci infine nella maestosità della mostra di Renzo Piano a Palazzo della Ragione.

Abbiamo assistito ad un mélange di generi, un’esplosione di sapere, un concentrato di scienza in un giorno e mezzo di vita, nella memoria del grande maestro Galileo, immortalato nell’affresco dell’Aula Magna dell’università.

Iris Bhatia – II B classico

Mercoledì, 07 Maggio 2014 00:00

Progetto geologia: 4AM e 4CS alle Marocche di Dro!

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Il 29 aprile noi della 4AM e i ragazzi della 4CS, accompagnati dal prof. Novelli e dalla prof.ssa Cesaro, abbiamo passato una giornata alle Marocche di Dro all'insegna della geologia.


In questa uscita la fortuna è stata dalla nostra parte e tutto è andato per il meglio. Le previsioni meteo avevano previsto pioggia e ancora pioggia e così, zaino in spalla, siamo partiti un po' scoraggiati e provvisti di spolverino e calzini di ricambio. Ben presto ci siamo però accorti che il cielo era più limpido che mai, nemmeno una traccia di una nuvola.


Una volta arrivati a Dro con la corriera e percorso un paio di km a piedi, ci siamo addentrati nel biotopo delle Marocche.

Ma cosa sono esattamente queste Marocche? Il fenomeno che le ha generate risale a migliaia di anni fa (almeno 200 mila anni fa, di certo dopo il periodo glaciale). L'imponente ammasso di detriti è, infatti, la conseguenza di una serie di frane verificatesi in epoca glaciale e post-glaciale e causata dall'opera di escavazione compiuta dai ghiacciai e dal loro successivo ritirarsi. Si tratta del più grande scoscendimento dell'arco alpino.

Il paesaggio che abbiamo potuto ammirare è unico nel suo genere, impressionante e selvaggio.

Quest'area è caratterizzata da un ambiente brullo e quasi lunare perché flora e fauna, costrette ad adattarsi ad un ambiente sfavorevole alla vita, hanno cominciato a svilupparsi recentemente.Screen Shot 2014-05-08 at 21.13.13
Alberi bonsai che crescono su pochi millimetri di terra, bolle di selce che emergono dalle rocce come se fossero delle installazioni artistiche, impronte di animali passati su questa terra milioni di anni fa, quando qui si stendevano oceani immensi... è possibile trovare tutto questo all'interno del biotopo delle Marocche di Dro!


Questa escursione è stata un'esperienza indimenticabile, che ci ha permesso di ammirare un paesaggio unico nel suo genere, con una grandissima varietà di caratteristiche geologiche e botaniche. Esperienza che sicuramente merita di essere ripetuta negli anni successivi.

 

4AM

Mercoledì, 07 Maggio 2014 08:52

Alcune iscrizioni latine nella città di Rovereto

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"Non sit tibi grave..."
Cronaca di un'insolita lezione di latino


Il 23 novembre 2013 è stato per noi alunni della classe 2 C scientifico un giorno un po' diverso dal solito. Invece di trascorrere le prime due ore di lezione come di consueto in classe, traducendo frasi latine risalenti a realtà assai lontane, siamo usciti dalla scuola (era una gelida mattina autunnale) per applicare le nostre conoscenze alla traduzione di alcune iscrizioni presenti nella nostra città. Eravamo tutti muniti di schede per prendere appunti; qualcuno di noi aveva una mappa della città, mentre altri erano dotati di macchina fotografica e persino di binocolo. La nostra ricerca è cominciata proprio vicino al nostro liceo ossia dalla Chiesa di San Rocco, edificata nel 1630 in onore del santo per aver risparmiato la città di Rovereto dal flagello della peste. Qui ci siamo soffermati sull'epigrafe posta sul muro del terrapieno del sagrato della chiesa.

Leggi il resoconto del progetto e scopri i segreti della nostra città

 

Testo di Sara Matassoni, Imad Erraiss, Cinzia Passamani

Fotografie di Sara Matassoni e Cinzia Passamani

Mercoledì, 30 Aprile 2014 10:01

Il liceo e la Comunità della Vallagarina

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Proseguono le interviste alle realtà cittadine partner del liceo. Abbiamo incontrato la Comunità della Vallagarina e abbiamo fatto alcune domande al presidente Stefano Bisoffi e all'essessore alla cultura e all'istruzione Marta Baldessarini.


Quando siete entrati in contatto con il liceo per la prima volta?
Stefano Bisoffi: Da sempre siamo in contatto con il liceo e con le altre scuole cittadine, sia di primo grado che superiori in quanto la comunità oggi, il conservatorio in passato, si occupa di cultura e di molti altri aspetti legati alla scuola come possono essere le mense. In particolare con il liceo Rosmini, attraverso l'assessore Marta Baldessarini sono stati avviati progetti particolari che hanno impegnato la comunità in questi tre anni e mezzo di vita.
Marta Baldessarini: I progetti maggiori sono il progetto teatrale nel quale abbiamo sostenuto economicamente il gruppo che poi ha vinto il premio Gaber con lo spettacolo che tratta la problematica della violenza sulla donna. Poi abbiamo chiesto la collaborazione del liceo per la giuria de "Il Sipario d'oro" nel quale sono presenti rappresentanza di altri due istituti scolastici del territorio. Inoltre abbiamo poi favorito il progetto sull'editoria acquistando, il primo anno, i libri di Carmine Abate e poi organizzando un incontro con l'autore e quest'anno invece con Silvia Vallone.

tefano Bisoffi

Credete che un rapporto fra istituzioni e scuola possa giovare ad entrambe le parti?
Baldessarini: È importante che i ragazzi prendano coscienza delle istituzioni sul territorio per diventare così cittadini completi. Inoltre la comunità deve ascoltare i giovani, portatori di nuove idee.
Bisoffi: Per favorire questo rapporto ci siamo resi promotori di una rete web che collega tutti gli istituti con la comunità di valle favorendo così una collaborazione proficua fra i vari enti.


Credete che la comunità possa essere un luogo d'incontro fra giovani e istituzioni?
Bisoffi: Senza dubbio ed è per questo motivo che noi della comunità abbiamo cercato di creare legami fra scuola, mondo del lavoro, industria e artigianato. La comunità infatti porta avanti già da due anni un progetto di stage per giovani studente che l'anno scorso ha avuto più di cento partecipanti.

marta baldessarini
Cosa direste ad un giovane che vuole entrare in contatto con il mondo della politica?
Bisoffi: Innanzitutto consigliamo di conoscere bene le istituzioni, anche attraverso progetti come quello di Cittadinanza Attiva che state percorrendo al liceo, cercare poi di partecipare più attivamente anche assistendo a consigli comunali o provinciali che, ricordiamo, sono aperti al pubblico.
Baldessarini: E' importante partecipare alla vita della propria comunità come ad esempio partecipando al tavolo giovani. I giovani devono interessarsi perché spesso gli aduli cercano di risolvere i problemi con discorsi populisti mentre al politica è una cosa seria che si fa con la mediazione e il confronto continuo ed è per questo che c'è bisogno dei giovani. Prima però è necessario un percorso di formazione.

Da poco si è creato un collettivo che riunisce i rappresentanti di istituto delle varie scuole supeirori di Rovereto, cosa ne pensate?
Bisoffi: Penso che un organo di questo genere sia fondamentale perché spesso le scuole hanno problemi comuni e così questi si possono risolvere più facilmente.


Siete convinti che continuare anno per anno a manifestare per la legalità sia importante?
Bisoffi: Certo, è importantissimo perché la legalità è una delle basi della nostra democrazia ed è importante battersi per essa.
Baldessarini: Penso che ci sia la necessità di riproporre determinati momenti significativi che portano a riflettere. Con legalità si intende anche il nostro agire quotidiano, siamo noi cittadini onesti e rispettosi delle leggi?


Il Collettivo dei Rappresentanti ha deciso di proporre ai vari presidi che dall'anno prossimo sia inserito all'interno del programma scolastico un percorso sulla legalità che culmini poi nella marcia, pensate che sia una buona idea?
Entrambi: Ottima idea, speriamo diventi realtà!

Pietro Previdi

Il sole che filtra dalle finestre con raggi più caldi, le ultime interrogazioni, i saluti gioiosi che velano però un pizzico di nostalgia, l'ansia che cresce per i maturandi e le immancabili finali di istituto sono gli ingredienti fondamentali per concludere la ricetta di un intero anno di scuola. Giunti alla fine arriva il momento delle conclusioni, di assaggiare il prodotto del nostro lavoro. Da anni stiamo cercando di migliorare sempre di più la qualità delle nostre assemblee di istituto, cercando di dare loro un valore serio e riflessivo come lo avevano una volta. Quest'anno abbiamo affrontato il tema della incarcerazione coi suoi aspetti negativi quali il carcere minorile ma anche con le testimonianze di chi, aiutato dalle cooperative sociali, è riuscito a cambiare la sua vita. Abbiamo dato spazio a grandi temi come la vicenda della scuola Diaz, il caso Stamina, la non-violenza, la Shoah, il corpo delle donne e la mafia. Abbiamo cercato di valorizzare e promuovere il volontariato: da quello sportivo a quello sociale. Abbiamo dato spazio alla grande musica e a quella fatta in casa, suonata da noi e per noi fino alla sera e nel luogo più bello di Rovereto: la campana dei caduti. Abbiamo partecipato alla seconda edizione di One Billion Rising con il nostro striscione riempito di mani rosse. Abbiamo dato spazio ai tornei sportivi che come da tradizione concluderanno in modo gioioso anche quest'anno. Abbiamo fatto tanto ma sappiamo di non aver fatto abbastanza, sappiamo di poter fare di più. Perché chi ha lottato affinché noi potessimo avere questi spazi e questo tempo gestito da noi e per noi non vorrebbe altro che questo. Perché un gesso e una lavagna insegnano la teoria, ma la capacità di convivere, discutere e sorridere con le altre persone è una cosa che non si insegna ma si può solo vivere. Speriamo di aver dato tanto o quanto meno abbastanza e faremo di tutto perché la nostra ricetta abbia un sapore sempre migliore.

Marco Chizzola 5° scientifico

E' volata fin negli Stati Uniti la squadra del Liceo Rosmini che ha vinto la First Lego League. Il suo compito era quello di rappresentare l'Italia alle finali mondiali del campionato di Saint Louis che ha visto i ragazzi mettersi alla prova nella costruzione di robot con i mattoncini colorati Lego.
Nelle gare nazionali di Rovereto il Liceo aveva conquistato la medaglia d'oro e pure quella d'argento con due team formati da studenti delle classi seconde del liceo delle scienze applicate, la 2AM e la 2BM.
I componenti delle due squadre hanno dovuto creare un progetto scientifico su come prevenire o reagire alle calamità naturali. Il team A, che ha conquistato il primo gradino del podio, ha studiato una soluzione per reagire a un terremoto con cedimenti strutturali e vittime. Il team B, che invece è arrivato secondo, si è concentrato sulle valanghe e ha progettato un corso di prevenzione dotato di simulatore.
I ragazzi si sono ritrovati in orario pomeridiano per creare i progetti che hanno richiesto condivisione di saperi diversi, come l'informatica e la fisica, il lavoro di gruppo e lo spirito di squadra. Studiata la calamità scelta e le possibili soluzioni i ragazzi hanno costruito con i lego un robot e lo hanno programmato per svolgere le varie missioni del robot game.
Il team A a Saint Louis, negli Stati Uniti, si è fatto onore nelle finali mondiali, aperte dal saluto del presidente Barak Obama, gareggiando con 80 squadre provenienti da tutto il mondo davanti a una giuria di esperti presieduta dal responsabile della Protezione civile federale americana.
Il team B, invece, ha messo alla prova il suo robot alle finali europee di Pamplona in Spagna.
Ottime le performance di entrambe le squadre alle quali è stata valutata molto positivamente la progettazione meccanica, la programmazione ed è stata riconosciuta l'originalità delle strategie adottate.
Per gli studenti è stata un'esperienza unica, internazionale, capace di avvicinarli alla scienza e alla tecnologia attraverso il gioco e che li ha messi alla prova in momenti di ricerca, esposizione, comunicazione, divertimento e competizione amichevole. I ragazzi hanno lavorato assieme sviluppando spirito di squadra e capacità di problem solving, in un clima di collaborazione e rispetto reciproco. Si sono impegnati con costanza e hanno consolidato nozioni imparate sui banchi di scuola e acquisito nuove competenze in ambito scientifico applicando soluzioni in contesti reali.

Forse per gioco, forse per scherzo, probabilmente per fortuna, alla fine c'eravamo anche noi ai Nazionali della Superclasse FIGC Puma Cup a Riccione. Il nostro obiettivo iniziale non era di certo la vittoria e non credevamo nemmeno di riuscire a superare sul campo da gioco la fase d'istituto. Ma dato il soddisfacente risultato ci siamo appassionate e abbiamo cercato di realizzare al massimo il nostro lavoro didattico che quest'anno prevedeva due articoli e due video su tematiche attuali quali razzismo e femminicidio. Grazie alla disponibilità di insegnanti e collaboratori, siamo riusciti a realizzare i video all'interno della scuola, con spirito di cooperazione e in modo divertente. Questo nostro impegno nel progetto ci ha portati alla vittoria della fase provinciale, tra lo stupore e la gioia di tutti.

superclassecup piccola

Dopo allenamenti e preparativi, la mattina di giovedì 22 maggio siamo partiti alla volta di Riccione. Ci sentivamo molto affiatati grazie al tempo passato insieme in spiaggia, in pullman e in hotel. Abbiamo avuto l'opportunità di conoscere e confrontarci con i ragazzi di tutta Italia. La giornata di venerdì è stata sia emozionante che impegnativa: abbiamo dedicato la mattina alla presentazione del progetto mentre, nel pomeriggio, la squadra femminile si è sfidata sui 9 campi da calcio organizzati nel centro sportivo di Riccione. I risultati non sono stati eccellenti, ma hanno comunque superato le nostre aspettative. Abbiamo avuto la possibilità di incontrare Manolo Gabbiadini, giocatore di serie A e altri testimonial importanti. La mattina seguente è stata dedicata alle finali, in cui ci siamo uniti con il tifo sfegatato per la nostra squadra maschile della provincia di Trento che ha vinto la parte sportiva. In ogni caso ci teniamo a fare un ringraziamento particolare ai docenti accompagnatori e ai compagni che sono rimasti a scuola e ci hanno sostenuti, con la promessa di ritentarci l'hanno prossimo.

Docente referente prof.ssa Cont
Docenti accompagnatori proff. Leonardi e Frisinghelli

Alice, Eva, Carlotta, Arianna, Michela, Sara, Federico, Chiara, Stefania e Anna

Da ex liceale, la mia esperienza di tirocinio è stata un po' una rimpatriata, grazie anche alla bella accoglienza dei docenti. Ho rivisto le attività svolte nelle ore di educazione fisica da un'altra prospettiva, non più da alunna ma da "insegnante". Conoscevo già i metodi ed i programmi adottati dai professori , gli spazi a disposizione e le proposte di attività, e questo mi ha aiutata ad ambientarmi in fretta. Da studentessa non mi ero resa conto dell'organizzazione e della programmazione che stava alle spalle di tutto questo. Mi sono trovata bene con tutte le/i prof. a cui mi hanno affiancato, ed ho imparato molto sui diversi metodi di insegnamento, ugualmente efficaci per proporre attività e gestire le classi. Confrontandomi con i miei compagni di corso ho potuto notare che ci sono poche scuole dove vengono proposte tante attività diverse ed interessanti, per questo voglio sottolineare l'impegno degli insegnanti nel proporre vari sport ed esperienze. Alcune di queste discipline, inoltre, non si hanno la possibilità di provare all'esterno della scuola ed in questo modo, a mio parere, si riescono a coinvolgere tutti, o comunque molti studenti.
Per concludere, ritengo sia stata un'esperienza molto positiva; mi ha dato modo di sperimentare l'ambiente dell'insegnamento e per questo ringrazio tutte le professoresse di ed. fisica che sono state sempre disponibili nei miei confronti e mi hanno permesso di sostenere il tirocinio nella mia vecchia scuola.

Alice Andreolli
Studentessa del secondo anno si scienze motorie della facoltà di Verona

Ciò che mi ha spinto a partecipare ai tre incontri di tiro a segno, è stata soprattutto la curiosità: volevo sperimentare cosa si prova a maneggiare un'arma e a sparare. Confesso che, come molti, ero piuttosto scettica nel considerare questa un'attività sportiva. Nulla di più sbagliato. Centrare il bersaglio non è uno scherzo: sono necessari equilibrio, controllo della respirazione e della postura e grande capacità di dominare le proprie emozioni. Poiché eravamo alla prima esperienza, ci siamo misurati con i tipi di arma più semplici da gestire ovvero la carabina e la pistola, con bersagli posti alla distanza di 10 metri. Naturalmente, prima di sparare, il responsabile del Centro, oltre ad illustrarci brevemente la storia di questo sport e dell'associazione roveretana che vanta 160 anni di storia, ci ha spiegato i fondamentali della disciplina: qual' è la postura da assumere, come respirare, come raggiungere la massima concentrazione. I miei primi tentativi sono stati letteralmente un disastro ma già in seconda giornata sono riuscita a centrare più volte il bersaglio. Vi assicuro che è una sensazione bellissima perché, in quel momento, si raggiunge la precisa consapevolezza delle grandi potenzialità che ha l'uomo quando mente, corpo e sensi sono tutti ugualmente concentrati sullo stesso obiettivo. Per tale ragione mi sono assolutamente ricreduta sull'utilità e il senso di tale disciplina. La pratica di questo sport affina infatti la nostra capacità di focalizzare l'attenzione su un "problema-bersaglio" attivando tutte le nostre energie fisiche e mentali nella ricerca della sua soluzione. Non posso quindi che essere grata alla scuola per averci offerto la possibilità di avvicinarci ad una disciplina di nicchia che merita pero' di essere conosciuta e praticata.

Silvia Amadori 1BCl

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