Lunedì, 07 Luglio 2014 15:35

Il viaggio di Eracle


Immaginare di ripercorrere il progetto biennale di Schola cothurnata, che ha visto la nascita e la costituzione permanente di un Gruppo teatrale all'interno dell'indirizzo classico del nostro Liceo, strappa a tutti noi qualche sorriso. Il sorriso di chi è soddisfatto di ciò che ha creato, davvero creato nel senso etimologico del termine, perché prima di Eracle non esisteva nella nostra scuola l'idea di poter rendere vive su un palcoscenico le pagine antiche degli autori greco-latini; il sorriso di chi ha trovato il sostegno nei suoi insegnanti e nella comunità scolastica, che all'inizio ha osservato un fenomeno inedito e ancora in stato di abbozzo, ma che poi ha accolto e motivato con costante entusiasmo; il sorriso di chi ha mantenuto fede ai tanti impegni di una giornata scolastica, di chi sa che l'idea di abbinare pensiero e azione è quella giusta, che merita disciplina e calore, rigore e generosità, senza mai dimenticare che l'aula rimane l'aula e il lavoro di uno studente è giustamente faticoso e segna un cammino a lungo termine non sempre visibile nell'immediato; il sorriso di chi si ritrova insieme ai suoi compagni di teatro a immaginare una scena, una sequenza, un movimento di danza o di musica, senza perdere mai il ritmo, perché un gruppo di persone che sperimenta uno spettacolo teatrale è un affare delicato, un organismo vivente, che respira all'unisono, insieme gioisce e soffre, finché tutto avviene, grazie alle risorse e alle energie di ogni componente, ognuno fedelmente legato a ciò che è stato selezionato, integrato e combinato in ogni singola giornata di prove.

spettacolo 2
Che cosa vuole esser dunque il nostro spettacolo Eracle, tragicommedia in cinque atti? Era maggio della primavera passata quando a Siracusa abbiamo lasciato un pezzo di mattone, uno dei corredi scenici, segno del nostro evidente battesimo in terra sicula, i primi attori di Eracle si sono diplomati, lasciandoci una eredità da mantenere alta e credibile. Ci siamo messi di nuovo alla prova pochi mesi dopo a Grosseto, con un gruppo nuovo di compagni che doveva imparare a faticare insieme. Infine a Padova, dove il paesaggio antico dei Musei Eremitani e i rintocchi delle campane della Chiesa medesima, proprio nel momento in cui entravamo in scena, ci hanno dato l'idea immediata di un rito che si stava svolgendo grazie ai testi che avevamo tradotto, testi aperti, le cui parole ci hanno sempre suggerito di andare avanti, senza tradire i messaggi del mondo antico che sono universali e di tutti i tempi. Andare oltre e andare in scena proprio e solo in quel momento. Un altro mattone spezzato, un'altra esperienza attiva che ci ha fatto usare abilità, attitudini, valori ed emozioni.
Ci abbiamo messo tutta la nostra onestà e la nostra passione; insieme alle professoresse Pontiggia e Gelmini abbiamo creato un laboratorio formativo, che ci ha educato alle cose belle e ha plasmato la nostra persona. Per noi fare teatro è stato un bellissimo viaggio nell'anima, dentro la nostra valigia conserviamo ciò che abbiamo sperimentato, tecnica e fantasia, poesia e ironia, ossessione e amore, gentilezza e futuro. A giugno abbiamo messo in scena il nostro spettacolo ai piedi della Maria Dolens,  un luogo denso di suggestioni e di accenti elegiaci.

Il gruppo teatrale del Liceo classico

 

Vedi le segnalazioni al Premio Gaber dello spettacolo

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Durante il corso del secondo quadrimestre di questo anno scolastico, le classi 4D E 4E scientifico del nostro liceo sono state impegnate nel progetto "Presente !", promosso dall'Associazione di volontari"Fondazione Fontana" attraverso il progetto denominato "World Social Agenda". Questo progetto intende sensibilizzare la società e diffondere la conoscenza sui cosiddetti "Obiettivi di Sviluppo del Millennio", fissati dai Capi di Stato e dai governi di tutto il mondo durante l'assemblea dell'Onu, svoltasi a New York il 6 settembre 2000. Si è prefissato che questi obiettivi vengano raggiunti per l'anno 2015, con il compito di ridurre la globale povertà estrema e di raggiungere una serie di standard minimi di benessere in tutto il mondo.
Dopo un primo incontro nel quale questo progetto ci è stato presentato dalle coordinatrici Anna Molinari e Francesca Benciolini, il nostro lavoro è stato quello di realizzare durante alcune ore di italiano un'intervista a testa sul tema dell'istruzione (l'obiettivo di quest'anno era appunto " istruzione primaria per tutti"), da pubblicare poi nel blog http://istruzioneprimariapertutti.wordpress.com/.

Progetto WSA 1605


Ogni settimana veniva pubblicato un nuovo tema riguardante la scuola, l'istruzione, l'educazione , corredato di numerosi materiali consultabili, quali articoli, video, libri,grafici... Sul tema eravamo quindi invitati a realizzare la nostra intervista, che ogni settimana conivolgeva una diversa categoria di persone : coetanei, nonni, persone che hanno frequentato la scuola in condizioni di difficoltà, in contesti geografici e temporali a volte molto lontani da noi. In sintesi: gli alunni di 16 classi di quattro città diverse hanno pubblicato , turnandosi, una cosa come circa un centinaio di interviste alla settimana che sono state tutte lette e commentate dai moderatori del blog. Non è straordinario?
Come conclusione del lavoro di questi mesi il giorno 23 maggio 2014 si è tenuto presso l'aula magna del Liceo Rosmini un incontro che ha visto riuniti tutti i partner trentini del Progetto: le nostre 4ES e 4DS, altre classi spettatrici della nostra scuola, oltre ad alcune classi dell'Istituto d'Arte "Depero" di Rovereto e del Liceo Musicale e Coreutico "Bonporti" di Trento. Tutti hanno dato saggio dei propri contributi al progetto: noi con la scrittura, altri con la grafica, altri con la musica e la tecnica dei video. La giornata è stata animata anche dall'intervento di alcuni esperti, quali Cesare Moreno, fondatore del progetto "Maestri di strada", dai commenti del Dirigente De Pascale e dei rappresentanti di "Fondazione Fontana " e "Docenti senza frontiere".

Progetto WSA 1614
Personalmente ritengo che questo progetto sia stato un qualcosa di nuovo per me. Realizzare la mia intervista è stato allo stesso tempo divertente e difficile: non è infatti semplice comporre un'intervista, perchè comunque ci sono delle regole di scrittura che devono essere rispettate e poi,di fatto, ci si trova a passare dallo scritto (quando si abbozzano le domande), all'orale (quando si pongono alla persona intervistata) e di nuovo allo scritto (quando si pubblica l'intervista). Consultare i materiali che venivano forniti sul blog, è stata un'occasione di arricchimento delle nostre conoscenze, ma sicuramente anche un motivo in più per riflettere sul valore della scuola e dell'istruzione, che per me, a Rovereto, è una possibilità concreta, per tanti altri,putroppo, nel mondo, solo un desiderio o una speranza...che attende aiuto per realizzarsi.

Alessia Dalrì 4ES


Ecco il link dove potreste visionare i materiali prodotti dalla nostra e dalle altre scuole:
http://www.worldsocialagenda.org/secondo-obiettivo-pd-produzioni

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Venerdì, 23 Maggio 2014 15:37

Il tiro a segno al poligono di Rovereto

Il tiro a segno è uno sport di antichissime tradizioni che si articola in numerose specialità, delle quali undici sono olimpiche. Le gare si differenziano tra loro per armi utilizzate, posizione di sparo, distanza e dimensioni del bersaglio.
Il tiro a segno è una disciplina classificata tra le attività di destrezza e di alto contenuto tecnico per la richiesta di atti motori esatti e precisi prodotti dalla prevalente partecipazione degli organi e apparati neurosensoriali ma assicurati dal lavoro muscolare. L'attività di tiro deve essere condotta sulle due componenti: motoria e tecnica, entrambe indispensabili.
La sezione di Rovereto del Tiro a Segno Nazionale è un'associazione sportiva dilettantistica che fa parte dell'unione italiana tiro a segno ed è stata rifondata nel 1961 dopo lo scioglimento avvenuto nell'immediato dopoguerra, ma le sue origini e tradizioni risalgono a 160 anni fa; nel secolo scorso erano infatti operanti nella cittadina, a quel tempo terra Asburgica, delle Società Private di Tiro al Bersaglio da cui discende direttamente l'attuale Sezione. Negli ultimi trent'anni molto è stato fatto per creare quelle infrastrutture necessarie allo svolgimento dell'attività sportiva di tiro. Attualmente la Sezione roveretana è al primo posto in Provincia di Trento sia come numero di iscritti, oltre 1500, sia come capacità degli stand di tiro. La sezione di Rovereto vanta 5 impianti: poligono 10 metri, poligono 25 metri, poligono 50 metri, poligono 200 metri e SIAT (un sistema interattivo di addestramento al tiro).

tiro a segno 1


Vista la possibilità di usufruire di una struttura di questa portata e di poter dunque approfondire una disciplina sportiva antichissima e molto formativa, il "Liceo A. Rosmini" di Rovereto ha giustamente colto l'occasione per organizzare un breve corso al fine di conoscere questo sport e questa grande associazione presente sul nostro territorio.
Ci è stato permesso così di sperimentare uno sport nuovo ed interessante dove non conta solo la mira ma anche la concentrazione, la postura, il respiro e il tempismo. Abbiamo trascorso 3 pomeriggi imparando le basi del tiro a segno con armi ad aria compressa, sia carabina che pistola, provando direttamente a sparare e conoscendo le opportunità proposte dalla struttura di Rovereto. Il tutto naturalmente si è sempre svolto nel massimo della sicurezza e con tutte le regole per essa necessarie e che si mettono in pratica ogniqualvolta si decida di prendere in mano un'arma, se pur ad aria compressa. Inoltre, nell'ultimo incontro, ci siamo cimentati in una piccola gara organizzata tra di noi per migliorare le nostre abilità e magari imparare qualcosa di nuovo senza però tralasciare quello spirito di competitività che ci permette di sfidarci e di divertirci nelle giuste misure.

Alessandro Bisoffi
Giacomo Galvagni
Davide Tomio

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Martedì, 13 Maggio 2014 00:00

Noi studenti fra scienza e stupore

Il liceo Rosmini al premio letterario Galileo di Padova

 

2014-05-09 10.46.24Siamo sul treno di ritorno da Padova, noi quattro della delegazione della II B classico, in questo venerdì 9 maggio da segnare sul calendario. Chiacchieriamo sommessamente, assonati, ma ancora in trepidazione per la giornata appena passata. Abbiamo da poco lasciato il centro culturale Altinate San Gaetano di Padova dove è stato decretato il vincitore del premio letterario per la divulgazione scientifica Galileo. Assieme a noi, alla premiazione, tappa finale di un percorso scolastico alternativo, iniziato circa due mesi fa, c’erano oltre settecento studenti delle scuole di tutta Italia, in rappresentanza delle novantotto classi della giuria popolare. Negli zaini abbiamo ancora i cinque libri finalisti in concorso. Riportiamo al liceo la copia autografata del saggio vincitore, Il bonobo e l’ateo di Frans de Waal, e gli appunti di lettura, annotati sui post-it che in classe abbiamo raccolto il giorno prima della partenza. Saranno contenti, i nostri compagni di classe, quando domani sveleremo loro il vincitore del premio, scelto fra le cinque opere migliori: I robot ci guardano, Alchimie nell’arte, Terra e L’ordine del mondo. Potremo raccontare la fine di questo progetto, iniziato assieme fra i banchi di scuola e conclusosi oggi, fra i vicoli vivaci di questa Padova tutta da scoprire. Perché, dopo il duro lavoro di analisi delle opere della cinquina finalista, che ci hanno dato non poco da fare ci è stato assicurato un biglietto di ingresso sicuro alla cultura del sapere di Padova: abbiamo varcato la soglia, apparentemente intoccabile, del mondo scientifico, abbiamo ammirato, con curiosità e con una buona dose di stupore, la cattedra di Galileo ed il teatro anatomico all’università di medicina, per perderci infine nella maestosità della mostra di Renzo Piano a Palazzo della Ragione.

Abbiamo assistito ad un mélange di generi, un’esplosione di sapere, un concentrato di scienza in un giorno e mezzo di vita, nella memoria del grande maestro Galileo, immortalato nell’affresco dell’Aula Magna dell’università.

Iris Bhatia – II B classico

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Il 29 aprile noi della 4AM e i ragazzi della 4CS, accompagnati dal prof. Novelli e dalla prof.ssa Cesaro, abbiamo passato una giornata alle Marocche di Dro all'insegna della geologia.


In questa uscita la fortuna è stata dalla nostra parte e tutto è andato per il meglio. Le previsioni meteo avevano previsto pioggia e ancora pioggia e così, zaino in spalla, siamo partiti un po' scoraggiati e provvisti di spolverino e calzini di ricambio. Ben presto ci siamo però accorti che il cielo era più limpido che mai, nemmeno una traccia di una nuvola.


Una volta arrivati a Dro con la corriera e percorso un paio di km a piedi, ci siamo addentrati nel biotopo delle Marocche.

Ma cosa sono esattamente queste Marocche? Il fenomeno che le ha generate risale a migliaia di anni fa (almeno 200 mila anni fa, di certo dopo il periodo glaciale). L'imponente ammasso di detriti è, infatti, la conseguenza di una serie di frane verificatesi in epoca glaciale e post-glaciale e causata dall'opera di escavazione compiuta dai ghiacciai e dal loro successivo ritirarsi. Si tratta del più grande scoscendimento dell'arco alpino.

Il paesaggio che abbiamo potuto ammirare è unico nel suo genere, impressionante e selvaggio.

Quest'area è caratterizzata da un ambiente brullo e quasi lunare perché flora e fauna, costrette ad adattarsi ad un ambiente sfavorevole alla vita, hanno cominciato a svilupparsi recentemente.Screen Shot 2014-05-08 at 21.13.13
Alberi bonsai che crescono su pochi millimetri di terra, bolle di selce che emergono dalle rocce come se fossero delle installazioni artistiche, impronte di animali passati su questa terra milioni di anni fa, quando qui si stendevano oceani immensi... è possibile trovare tutto questo all'interno del biotopo delle Marocche di Dro!


Questa escursione è stata un'esperienza indimenticabile, che ci ha permesso di ammirare un paesaggio unico nel suo genere, con una grandissima varietà di caratteristiche geologiche e botaniche. Esperienza che sicuramente merita di essere ripetuta negli anni successivi.

 

4AM

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"Non sit tibi grave..."
Cronaca di un'insolita lezione di latino


Il 23 novembre 2013 è stato per noi alunni della classe 2 C scientifico un giorno un po' diverso dal solito. Invece di trascorrere le prime due ore di lezione come di consueto in classe, traducendo frasi latine risalenti a realtà assai lontane, siamo usciti dalla scuola (era una gelida mattina autunnale) per applicare le nostre conoscenze alla traduzione di alcune iscrizioni presenti nella nostra città. Eravamo tutti muniti di schede per prendere appunti; qualcuno di noi aveva una mappa della città, mentre altri erano dotati di macchina fotografica e persino di binocolo. La nostra ricerca è cominciata proprio vicino al nostro liceo ossia dalla Chiesa di San Rocco, edificata nel 1630 in onore del santo per aver risparmiato la città di Rovereto dal flagello della peste. Qui ci siamo soffermati sull'epigrafe posta sul muro del terrapieno del sagrato della chiesa.

Leggi il resoconto del progetto e scopri i segreti della nostra città

 

Testo di Sara Matassoni, Imad Erraiss, Cinzia Passamani

Fotografie di Sara Matassoni e Cinzia Passamani

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Mercoledì, 30 Aprile 2014 10:01

Il liceo e la Comunità della Vallagarina

Proseguono le interviste alle realtà cittadine partner del liceo. Abbiamo incontrato la Comunità della Vallagarina e abbiamo fatto alcune domande al presidente Stefano Bisoffi e all'essessore alla cultura e all'istruzione Marta Baldessarini.


Quando siete entrati in contatto con il liceo per la prima volta?
Stefano Bisoffi: Da sempre siamo in contatto con il liceo e con le altre scuole cittadine, sia di primo grado che superiori in quanto la comunità oggi, il conservatorio in passato, si occupa di cultura e di molti altri aspetti legati alla scuola come possono essere le mense. In particolare con il liceo Rosmini, attraverso l'assessore Marta Baldessarini sono stati avviati progetti particolari che hanno impegnato la comunità in questi tre anni e mezzo di vita.
Marta Baldessarini: I progetti maggiori sono il progetto teatrale nel quale abbiamo sostenuto economicamente il gruppo che poi ha vinto il premio Gaber con lo spettacolo che tratta la problematica della violenza sulla donna. Poi abbiamo chiesto la collaborazione del liceo per la giuria de "Il Sipario d'oro" nel quale sono presenti rappresentanza di altri due istituti scolastici del territorio. Inoltre abbiamo poi favorito il progetto sull'editoria acquistando, il primo anno, i libri di Carmine Abate e poi organizzando un incontro con l'autore e quest'anno invece con Silvia Vallone.

tefano Bisoffi

Credete che un rapporto fra istituzioni e scuola possa giovare ad entrambe le parti?
Baldessarini: È importante che i ragazzi prendano coscienza delle istituzioni sul territorio per diventare così cittadini completi. Inoltre la comunità deve ascoltare i giovani, portatori di nuove idee.
Bisoffi: Per favorire questo rapporto ci siamo resi promotori di una rete web che collega tutti gli istituti con la comunità di valle favorendo così una collaborazione proficua fra i vari enti.


Credete che la comunità possa essere un luogo d'incontro fra giovani e istituzioni?
Bisoffi: Senza dubbio ed è per questo motivo che noi della comunità abbiamo cercato di creare legami fra scuola, mondo del lavoro, industria e artigianato. La comunità infatti porta avanti già da due anni un progetto di stage per giovani studente che l'anno scorso ha avuto più di cento partecipanti.

marta baldessarini
Cosa direste ad un giovane che vuole entrare in contatto con il mondo della politica?
Bisoffi: Innanzitutto consigliamo di conoscere bene le istituzioni, anche attraverso progetti come quello di Cittadinanza Attiva che state percorrendo al liceo, cercare poi di partecipare più attivamente anche assistendo a consigli comunali o provinciali che, ricordiamo, sono aperti al pubblico.
Baldessarini: E' importante partecipare alla vita della propria comunità come ad esempio partecipando al tavolo giovani. I giovani devono interessarsi perché spesso gli aduli cercano di risolvere i problemi con discorsi populisti mentre al politica è una cosa seria che si fa con la mediazione e il confronto continuo ed è per questo che c'è bisogno dei giovani. Prima però è necessario un percorso di formazione.

Da poco si è creato un collettivo che riunisce i rappresentanti di istituto delle varie scuole supeirori di Rovereto, cosa ne pensate?
Bisoffi: Penso che un organo di questo genere sia fondamentale perché spesso le scuole hanno problemi comuni e così questi si possono risolvere più facilmente.


Siete convinti che continuare anno per anno a manifestare per la legalità sia importante?
Bisoffi: Certo, è importantissimo perché la legalità è una delle basi della nostra democrazia ed è importante battersi per essa.
Baldessarini: Penso che ci sia la necessità di riproporre determinati momenti significativi che portano a riflettere. Con legalità si intende anche il nostro agire quotidiano, siamo noi cittadini onesti e rispettosi delle leggi?


Il Collettivo dei Rappresentanti ha deciso di proporre ai vari presidi che dall'anno prossimo sia inserito all'interno del programma scolastico un percorso sulla legalità che culmini poi nella marcia, pensate che sia una buona idea?
Entrambi: Ottima idea, speriamo diventi realtà!

Pietro Previdi

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Il sole che filtra dalle finestre con raggi più caldi, le ultime interrogazioni, i saluti gioiosi che velano però un pizzico di nostalgia, l'ansia che cresce per i maturandi e le immancabili finali di istituto sono gli ingredienti fondamentali per concludere la ricetta di un intero anno di scuola. Giunti alla fine arriva il momento delle conclusioni, di assaggiare il prodotto del nostro lavoro. Da anni stiamo cercando di migliorare sempre di più la qualità delle nostre assemblee di istituto, cercando di dare loro un valore serio e riflessivo come lo avevano una volta. Quest'anno abbiamo affrontato il tema della incarcerazione coi suoi aspetti negativi quali il carcere minorile ma anche con le testimonianze di chi, aiutato dalle cooperative sociali, è riuscito a cambiare la sua vita. Abbiamo dato spazio a grandi temi come la vicenda della scuola Diaz, il caso Stamina, la non-violenza, la Shoah, il corpo delle donne e la mafia. Abbiamo cercato di valorizzare e promuovere il volontariato: da quello sportivo a quello sociale. Abbiamo dato spazio alla grande musica e a quella fatta in casa, suonata da noi e per noi fino alla sera e nel luogo più bello di Rovereto: la campana dei caduti. Abbiamo partecipato alla seconda edizione di One Billion Rising con il nostro striscione riempito di mani rosse. Abbiamo dato spazio ai tornei sportivi che come da tradizione concluderanno in modo gioioso anche quest'anno. Abbiamo fatto tanto ma sappiamo di non aver fatto abbastanza, sappiamo di poter fare di più. Perché chi ha lottato affinché noi potessimo avere questi spazi e questo tempo gestito da noi e per noi non vorrebbe altro che questo. Perché un gesso e una lavagna insegnano la teoria, ma la capacità di convivere, discutere e sorridere con le altre persone è una cosa che non si insegna ma si può solo vivere. Speriamo di aver dato tanto o quanto meno abbastanza e faremo di tutto perché la nostra ricetta abbia un sapore sempre migliore.

Marco Chizzola 5° scientifico

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E' volata fin negli Stati Uniti la squadra del Liceo Rosmini che ha vinto la First Lego League. Il suo compito era quello di rappresentare l'Italia alle finali mondiali del campionato di Saint Louis che ha visto i ragazzi mettersi alla prova nella costruzione di robot con i mattoncini colorati Lego.
Nelle gare nazionali di Rovereto il Liceo aveva conquistato la medaglia d'oro e pure quella d'argento con due team formati da studenti delle classi seconde del liceo delle scienze applicate, la 2AM e la 2BM.
I componenti delle due squadre hanno dovuto creare un progetto scientifico su come prevenire o reagire alle calamità naturali. Il team A, che ha conquistato il primo gradino del podio, ha studiato una soluzione per reagire a un terremoto con cedimenti strutturali e vittime. Il team B, che invece è arrivato secondo, si è concentrato sulle valanghe e ha progettato un corso di prevenzione dotato di simulatore.
I ragazzi si sono ritrovati in orario pomeridiano per creare i progetti che hanno richiesto condivisione di saperi diversi, come l'informatica e la fisica, il lavoro di gruppo e lo spirito di squadra. Studiata la calamità scelta e le possibili soluzioni i ragazzi hanno costruito con i lego un robot e lo hanno programmato per svolgere le varie missioni del robot game.
Il team A a Saint Louis, negli Stati Uniti, si è fatto onore nelle finali mondiali, aperte dal saluto del presidente Barak Obama, gareggiando con 80 squadre provenienti da tutto il mondo davanti a una giuria di esperti presieduta dal responsabile della Protezione civile federale americana.
Il team B, invece, ha messo alla prova il suo robot alle finali europee di Pamplona in Spagna.
Ottime le performance di entrambe le squadre alle quali è stata valutata molto positivamente la progettazione meccanica, la programmazione ed è stata riconosciuta l'originalità delle strategie adottate.
Per gli studenti è stata un'esperienza unica, internazionale, capace di avvicinarli alla scienza e alla tecnologia attraverso il gioco e che li ha messi alla prova in momenti di ricerca, esposizione, comunicazione, divertimento e competizione amichevole. I ragazzi hanno lavorato assieme sviluppando spirito di squadra e capacità di problem solving, in un clima di collaborazione e rispetto reciproco. Si sono impegnati con costanza e hanno consolidato nozioni imparate sui banchi di scuola e acquisito nuove competenze in ambito scientifico applicando soluzioni in contesti reali.

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Forse per gioco, forse per scherzo, probabilmente per fortuna, alla fine c'eravamo anche noi ai Nazionali della Superclasse FIGC Puma Cup a Riccione. Il nostro obiettivo iniziale non era di certo la vittoria e non credevamo nemmeno di riuscire a superare sul campo da gioco la fase d'istituto. Ma dato il soddisfacente risultato ci siamo appassionate e abbiamo cercato di realizzare al massimo il nostro lavoro didattico che quest'anno prevedeva due articoli e due video su tematiche attuali quali razzismo e femminicidio. Grazie alla disponibilità di insegnanti e collaboratori, siamo riusciti a realizzare i video all'interno della scuola, con spirito di cooperazione e in modo divertente. Questo nostro impegno nel progetto ci ha portati alla vittoria della fase provinciale, tra lo stupore e la gioia di tutti.

superclassecup piccola

Dopo allenamenti e preparativi, la mattina di giovedì 22 maggio siamo partiti alla volta di Riccione. Ci sentivamo molto affiatati grazie al tempo passato insieme in spiaggia, in pullman e in hotel. Abbiamo avuto l'opportunità di conoscere e confrontarci con i ragazzi di tutta Italia. La giornata di venerdì è stata sia emozionante che impegnativa: abbiamo dedicato la mattina alla presentazione del progetto mentre, nel pomeriggio, la squadra femminile si è sfidata sui 9 campi da calcio organizzati nel centro sportivo di Riccione. I risultati non sono stati eccellenti, ma hanno comunque superato le nostre aspettative. Abbiamo avuto la possibilità di incontrare Manolo Gabbiadini, giocatore di serie A e altri testimonial importanti. La mattina seguente è stata dedicata alle finali, in cui ci siamo uniti con il tifo sfegatato per la nostra squadra maschile della provincia di Trento che ha vinto la parte sportiva. In ogni caso ci teniamo a fare un ringraziamento particolare ai docenti accompagnatori e ai compagni che sono rimasti a scuola e ci hanno sostenuti, con la promessa di ritentarci l'hanno prossimo.

Docente referente prof.ssa Cont
Docenti accompagnatori proff. Leonardi e Frisinghelli

Alice, Eva, Carlotta, Arianna, Michela, Sara, Federico, Chiara, Stefania e Anna

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Liceo Antonio Rosmini - Corso Bettini. 86 - 38068 - ROVERETO
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