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Lunedì, 02 Dicembre 2013 20:15

Storia

Screen Shot 2012-10-14 at 8.02.49 PMCenni relativi alla storia del Liceo “A. Rosmini”

Il Liceo deve il suo nome, assunto solo nel secondo dopoguerra, al sacerdote e filosofo roveretano Antonio Rosmini che nel 1809 entra “nella prima scuola latina del ginnasio patrio” (così scrive nel suo diario).

L’istituto nasce appunto come ginnasio nell’anno 1672 per legato privato (donazioni del canonico Ferdinando degli Orefici, di Carlo Balter, Francesco Piamarta e altri cittadini roveretani). Il lascito dispone che venga istituita una scuola pubblica con cinque corsi per “l’insegnamento graduale della grammatica, della sintassi, dell’umanità e della retorica” e assegna la nomina annuale degli insegnanti (tutti sacerdoti e con perfetta padronanza della lingua tedesca) al Consiglio dei Trentatré della città di Rovereto. La direzione della scuola spetta, sotto forma di incarico a tempo determinato, all’arciprete di San Marco.

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Tra le materie oggetto di studio importanti sono le lingue: italiano, tedesco e latino (l’insegnamento della lingua greca è segnalato a partire dalla seconda metà del Settecento). Sotto il governo di Maria Teresa d’Austria e Giuseppe II il Liceo fa proprie alcune istanze e progetti legati alla cultura illuministica della dominazione imperiale austriaca, rivendicando però una propria autonomia nell’applicazione di tali “novità riformistiche” e in particolare una sua ”italianità” (rifiuto di adottare testi in lingua tedesca). Trovandosi all’epoca in un’area di confine, il Liceo diventa luogo in cui due culture diverse - quella italiana e quella tedesca – vengono in contatto dando luogo a confronti e tensioni. Nel corso degli anni l’istituto affronta i cambiamenti imposti dagli eventi storici modificando i propri ordinamenti fino a diventare il “nostro” liceo classico nel 1923 (Riforma Gentile). Nel 1961 viene istituita, come sezione annessa, la prima classedi liceo scientifico, mentre nel 1985 si dà inizio alla sperimentazione del liceo linguistico.

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Nell’intervallo di tempo compreso tra la nascita dei due nuovi indirizzi, la nostra scuola partecipa ad iniziative di portata nazionale quali il BUS (Biennio Unico Sperimentale) e il QUS (Quinquennio Unico Sperimentale), con lo scopo di percorrere percorsi formativi alternativi. Conformemente alle possibilità di innovazione offerte dalla legge sull’autonomia scolastica (DPR 275 ’99) e alla volontà di sperimentare che da sempre lo caratterizza, a partire dall’anno scolastico 2001/2002 il Liceo ha ridefinito i curricula dei tre indirizzi, specificando un’area di base, una diindirizzo, una opzionale e una facoltativa.

Nell’anno scolastico 2009-2010, in base a quanto stabilito dalla riforma della Scuola Secondaria Superiore, ai tre indirizzi tradizionali classico, linguistico e scientifico, si è aggiunto il liceo delle scienze applicate. La sperimentazione avviata nell’anno scolastico 2001/2002, la conseguente revisione dei programmi del biennio e il proficuo lavoro dei dipartimenti, ha consentito un passaggio agevole ai nuovi piani di studio.

Lunedì, 02 Dicembre 2013 20:15

FAQ

02-12-2013
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Lunedì, 02 Dicembre 2013 20:14

Antonio Rosmini

 

Antonio Rosmini : cultura e azione

Se si vive in una città come Rovereto, che a lui ha dedicato piazze e vie, edifici pubblici e monumenti, è veramente difficile non conoscere, almeno di nome, Antonio Rosmini. Ma, se alcune delle più importanti realtà della nostra città sono legate a questo personaggio, un motivo deve per forza esserci: e infatti è proprio qui, a Rovereto, che Rosmini nacque e trascorse i primi anni di una vita intensa e attiva, anche se spesso ricca di ostacoli.

Il giovane Antonio, nato nel 1797 da una famiglia benestante, ebbe modo di frequentare il liceo che oggi porta il suo nome, ma che al tempo veniva chiamato “Imperial Regio Ginnasio”; completò la sua formazione – fortemente condizionata dall’influenza dello zio Ambrogio, uomo di vasta cultura - sostenendo gli esami finali nel Liceo Imperiale di Trento e laureandosi poi in teologia a Padova. La vita di Rosmini, tuttavia, non fu solo dedizione allo studio, fu anche filosofia, politica, problemi sociali e soprattutto fede: già nel 1821 aveva infatti ricevuto l’ordinazione a sacerdote.

Uomo di cultura e di azione, venne fin da subito a contatto con diverse realtà intellettuali del Nord Italia: a questo proposito si ricorda spesso il forte rapporto d’amicizia nato tra il filosofo - che verso la metà degli anni venti si era stabilito a Milano - e lo scrittore Alessandro Manzoni. Animati da un sentimento di reciproca ammirazione (che rimase vivo in Manzoni anche dopo la morte dell’amico), i due trassero spesso ispirazione l’uno dall’altro, “completandosi” un po’ a vicenda, tanto da rappresentare una delle espressioni più elevate del cattolicesimo liberale risorgimentale. Furono proprio le posizioni politiche di Rosmini, così apertamente filo-italiano, a fargli decidere di lasciare Milano – ancora sotto il dominio asburgico - per il Piemonte: qui, durante un ritiro solitario nei pressi di Domodossola, scrisse le “Costituzioni dell’Istituto della Carità”, la congregazione religiosa che avrebbe poi fondato.

Ma Rosmini non fu solamente un valido rappresentante ed interprete dello spirito del proprio tempo, fu soprattutto un “profeta”, precursore di un nuovo linguaggio della fede. Spesso, proprio per questo, incompreso e perseguitato. E che cosa ha reso tanto famoso il filosofo roveretano? Sicuramente la stesura dell’opera “Delle Cinque Piaghe della Santa Chiesa”, con cui Rosmini rimproverava alcuni aspetti dell’organizzazione del culto e del potere temporale della Chiesa. Era necessario formare un nuovo clero, istruito e sensibile alle novità, riporre fiducia nel ruolo ecclesiale dei laici e favorire una conciliazione tra la libertà della Chiesa e il risorgimento italiano.

Nel cattolicesimo di allora, tuttavia, l’orientamento dominante era ben diverso: le sue posizioni suscitarono sempre più timori e diffidenze, tanto che, nel 1849, la sua opera più importante venne messa all’Indice dei libri proibiti. Rosmini, devoto e fedele all’autorità ecclesiale, non prese mai le distanze dalla Chiesa e dalle sue decisioni. Proseguì nella sua attività intellettuale con impegno e perseveranza fino alla morte, nel 1855, dedicandosi assieme ai suoi confratelli anche ad innumerevoli azioni di carità, in maniera “ingegnosa e ardita”, per portare sollievo a situazioni di povertà e sofferenza. Più di un secolo dopo, quella stessa Chiesa che lo aveva messo al bando si dimostrò finalmente pronta, con il Concilio Vaticano II, ad accettare quanto intuito e argomentato da Rosmini, riconoscendone la grandezza e avviando un processo di beatificazione che ha trovato conclusione il 18 novembre 2007.

“Sebbene uomo del diciannovesimo secolo, Rosmini trascende il proprio tempo e il proprio spazio per divenire testimone universale il cui insegnamento è ancora oggi importante e opportuno” (Giovanni Paolo II).

Andrea Zoller

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Liceo Antonio Rosmini - Corso Bettini. 86 - 38068 - ROVERETO
Tel. 0464-437700 - Fax. 0464-420025 - e-mail Pec: rosmini.rovereto@pec.provincia.tn.it - Codice fiscale 85003730224 - Codice IBAN IT41 H082 1020 8000 0000 0139 297